Promuovere l’integrità nella governance per combattere la corruzione politica

Questa settimana abbiamo organizzato con la Delegazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa un seminario di due giorni con la partecipazione dei parlamentari e funzionari bosniaci e albanesi. In questa occasione ho presentato il mio rapporto sull’integrità e l’anticorruzione nella governance   in un incontro con il Presidente del Senato Pietro Grasso e il Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone e rappresentanti di organismi internazionali come l’OSCE e il GRECO, piattaforma anti corruzione del Consiglio d’Europa.

La corruzione non è un retaggio del passato

Nel mio rapporto ho cercato di delineare una panoramica della situazione sulla corruzione con alcuni casi di studio nei paesi nell’Est Europa, nel Sud Europa, nel Nord Europa , con attenzione alle diversità e ai diversi ambiti. Per alcuni anni abbiamo pensato che la corruzione fosse un fenomeno che apparteneva al passato o tipico di quei paesi che non avevano ancora compiuto una transizione verso uno stato liberale moderno.  Il primo risultato del rapporto è che questo non è vero : la corruzione non è soltanto un retaggio del passato, non è un fenomeno in via di estinzione. Oggi abbiamo fenomeni di corruzione a livello internazionale.
La corruzione rappresenta una delle minacce più profonde alla fiducia e al consenso dei cittadini nei confronti delle istituzioni :  senza credibilità non sono solo le persone che siedono nelle istituzioni a perdere credibilità ma sono le istituzioni stesse. È un doveroso atto di informazione e di accountability quello di rendere atto dell’agire di un parlamentare all’interno di tutte le istituzioni in cui è presente. La corruzione politica ha dimensioni internazionali e oggi il finanziamento dei partiti da parte di gruppi di interesse o di altri paesi è sotto osservazione.

Il rapporto tra corruzione e diritti umani

Il Consiglio d’Europa, la Convenzione dei diritti umani e tutte le convenzioni rappresentano la cornice etico giuridica nella quale si muove l’intero nostro ordinamento e deve muoversi in modo sempre più integrato ed armonico. È questa la migliore risposta al sovranismo e al nazionalismo giuridico risorgente : I diritti umani, la democrazia e il rule of law non sono beni a disposizione delle singole nazioni, ma sono beni dell’umanità e per questo è fondamentale vi siano cornici giuridiche e strumenti di tutela sovranazionali. Purtroppo vi è un rapporto tra la corruzione e il tema dei diritti umani: la corruzione oggi incide anche sulla possibilità di fruire della pienezza dei diritti per moltissime persone. Anche nel nostro paese si verificano casi di corruzione nella gestione dei centri per i migranti e per i rifugiati, così come nella sanità dove abbiamo sottrazione di risorse che potrebbero venire utilizzate per una più efficace cura della salute dei cittadini .  La  corruzione porta con sé anche violenza, come il caso della giornalista maltese che è stata purtroppo colpita per le indagini che stava conducendo ed è il caso di molte altre persone che si battono per la difesa dei diritti umani e vengono indebolite.
A tutto ciò non possiamo che rispondere con  un forte impegno internazionale  e con una maggiore cooperazione internazionale tra gli organismi di polizia e magistratura ma anche tra gli organismi di anti corruzione per assicurare integrità  e trasparenza all’interno di tutte le istituzioni europee. Nel rapporto si promuove la creazione di un network internazionale di autorità anti corruzione presso il Consiglio d’Europa con il supporto del GRECO, piattaforma sull’anticorruzione del CDE.

Le istituzioni devono essere credibili

La nostra stessa Assemblea purtroppo si è trovata coinvolta da casi di accuse di corruzione e questo non possiamo  sottovalutarlo : una istituzione che osserva la correttezza dello svolgimento delle elezioni in molti paesi o scrive rapporti sulla situazione dei prigionieri politici e sulla tutela dei diritti umani non può permettersi di non essere credibile. L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha per questo avviato un processo di ripensamento delle proprie regole interne e un processo di investigazione affidato ad un organo indipendente. Impegno internazionale significa anche maggiore cooperazione internazionale tra gli organismi di polizia e magistratura ma anche tra gli organismi di anti corruzione. Nel rapporto si promuove la creazione di un network internazionale di autorità anti corruzione presso il Consiglio d’Europa con il supporto del GRECO, piattaforma sull’anticorruzione del CDE.
È proprio grazie alla collaborazione con il Consiglio d’Europa  che è stato adottato il Codice di condotta alla Camera e  una medesima inziativa è stata depositata al Senato.
È necessaria attenzione nella regolazione delle lobbies, dei finanziamenti dei partiti e nella selezione dei candidati, ma non tutto può essere regolato dalle leggi. Sono essenziali l’etica, la cultura e l’ educazione.
La corruzione si può battere, nessun paese è condannato ad avere una corruzione diffusa e perpetua, ma dipende dalle istituzioni, dalla società e dalle classi dirigenti. In Olanda e in Regno Unito, che erano paesi corrotti, le classi dirigenti hanno capito che il benessere economico dei loro paesi era legato a istituzioni politiche indipendenti, ad uno sviluppo dell’economia trasparente e di costumi dove venisse messa al bando la corruzione.

Qui il video dell’evento al Senato con il mio intervento

Qui l’articolo sul Sole 24 Ore

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