È ripartita la discussione sulla riforma elettorale. Dopo il fallimento dell’intesa a primavera, caduta a causa degli emendamenti presentati dai Cinque Stelle, il Partito Democratico ha rilanciato un tentativo di migliorare la situazione attuale con un testo che introduce almeno in parte, i collegi uninominali. Il che comporta un maggiore radicamento sul territorio e una più larga convergenza delle forze politiche. Si spera in un coinvolgimento più ampio del centro sinistra intorno al Partito Democratico, con un chiaro programma riformatore e con la forte determinazione a contrastare destra, forze populiste e Cinque Stelle. A mio parere questo testo rappresenta un passo avanti rispetto a ciò che abbiamo, perché è un punto di equilibrio per un sistema favorevole alla convergenza delle grandi aree politiche e allo stesso tempo rispettoso del pluralismo presente nel Paese. Nello specifico la legge prevede un sistema misto: un terzo dei parlamentari saranno eletti in collegi uninominali; due terzi verranno invece eletti attraverso il metodo proporzionale, rispettando i principi di uguaglianza di genere. Per quanto riguarda il Trentino: al Senato il sistema rimane immutato, alla Camera sono previsti sei collegi uninominali ( tre a Trento, tre a Bolzano, cinque eletti su lista proporzionale regionale).
