Sulla Carta sociale europea

Oggi ho partecipato all’incontro dal titolo “1996 – 2016: a 20 anni dalla Carta sociale europea riveduta”, organizzato dal CNR per celebrare l’anniversario della firma di questo importante strumento di tutela dei diritti umani.

L’Italia ha ratificato la Carta sociale europea il 22 ottobre 1965 e la versione riveduta il 5 luglio 1999, accettando 97 dei 98 paragrafi e dimostrando in questo modo il proprio impegno nella tutela dei diritti sociali e nell’adeguamento ai migliori standard internazionali.

Il 3 novembre 1997 il nostro Paese ha inoltre ratificato il Protocollo addizionale sui reclami collettivi, strumento che permette ad alcune espressioni della società civile (es. sindacati) di rivolgersi direttamente al Comitato europeo dei diritti sociali per vedere riconosciuta e garantita l’effettiva tutela dei diritti disciplinati e sanciti dalla Carta, favorendo in questo modo una relazione democratica tra regole e cittadini.

Nel mio intervento ho evidenziato l’indivisibilità dei diritti umani, siano essi civili, politici, economici o sociali, sottolineando come i diritti sociali siano parte integrante dei diritti delle persone.
Come affermava Bobbio, essi sono un presupposto necessario per esercitare gli altri diritti, in particolare quelli civili e politici. Dovrebbe pertanto essere un compito costituzionale di tutte le democrazie, senza distinzione tra maggioranza e minoranza, garantirne il rispetto e la valorizzazione.

Ho inoltre ribadito come, vista la loro natura sovranazionale, la tutela dei diritti sociali non sia solo appannaggio dei legislatori nazionali, in quanto il sistema di welfare si può sostenere solamente con un sistema integrato europeo.

Per questi motivi, una valorizzazione della Carta sociale europea e una sua piena attuazione, soprattutto in questo momento di crisi, risultano indispensabili per migliorare la qualità delle nostre democrazie e ridurre le tensioni sociali.
Ed anche il rilancio dell’Unione Europea dovrebbe partire da questo. Come avevano intuito i padri fondatori, una piena integrazione non può prescindere da un efficace sistema di tutela dei diritti sociali, la cui salvaguardia costituisce un carattere peculiare ed identitario dell’Europa.

A tal proposito, risulta anche necessaria una migliore integrazione tra Carta sociale europea e legislazione dell’Unione. Il nostro impegno in Parlamento, oltre alla piena attuazione della Carta sociale, è e sarà orientato anche a questo.

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