A Strasburgo

Questa settimana sono stato a Strasburgo per la IV sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
E’ stata una sessione molto importante sia per i temi trattati che per gli ospiti che sono intervenuti.

Abbiamo infatti discusso delle più rilevanti questioni di politica estera (la situazione in Turchia dopo il colpo di Stato; le conseguenze politiche del conflitto in Ucraina e gli strumenti per garantire il rispetto dei diritti umani nelle zone degli scontri; il rapporto con la Russia e il reintegro del Paese in Assemblea parlamentare), del rapporto De Sutter sui diritti dei bambini in relazione alla maternità surrogata, delle modalità di cooperazione con la Corte Penale Internazionale, della situazione migratoria, delle condizioni dei minori non accompagnati e degli strumenti attraverso cui assicurare la giustizia sociale e fiscale in Europa.

Abbiamo inoltre avuto l’occasione di confrontarci con importanti personalità, tra cui il Presidente della Repubblica francese Francois Hollande, il Ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu e il Ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier.

 

L’intervento del Presidente Hollande

Nel corso del suo intervento (lo trovate qui), il Presidente Hollande ha sottolineato l’importanza del Consiglio d’Europa quale organizzazione pan-europea di tutela dei diritti umani, dello stato di diritto e della democrazia, ha affrontato il tema dei migranti, del contrasto al terrorismo internazionale, della crisi delle istituzioni europee e delle tragedie umanitarie in Libia e in Siria.

Nel mio intervento, a nome del Gruppo socialista, ho ringraziato il Presidente per la sua presenza, per aver riaffermato la fiducia della Francia, un grande Paese fondatore, nei confronti della nostra istituzione e per aver accennato alla nostra proposta di organizzare un summit dei capi di Stato e di Governo dei 47 Paesi di cui avvertiamo l’urgenza.

Ho infine chiesto ad Hollande se rispetto alla situazione siriana possiamo fare qualcosa subito per avere al tavolo oltre ai Paesi che sono direttamente interessati e all’Europa, anche la Russia e la Turchia, il cui coinvolgimento è necessario e auspicabile.

Il Presidente ha condiviso la necessità di coinvolgere tali Paesi sottolineando, in linea con quanto da noi espresso, che la loro partecipazione deve essere però vincolata al rispetto dei principi democratici, dei diritti umani e del diritto internazionale. La preoccupazione maggiore, in questo momento, è data dall’uccisione di molti civili innocenti e dalla difficoltà per gli aiuti umanitari di raggiungere i territori colpiti.
Il nostro impegno è finalizzato al raggiungimento di un’effettiva tregua che permetta alle associazioni umanitarie di intervenire e al superamento dei risentimenti tra le potenze coinvolte.

 

L’incontro con il Ministro Cavusoglu

Martedì sera ho avuto un incontro bilaterale con il Ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, con il quale ci siamo confrontati sulla situazione in Turchia dopo il colpo di stato e sull’opportunità di organizzare un summit dei capi di Stato e di Governo dei 47 Paesi appartenenti al Consiglio d’Europa.

In particolare abbiamo discusso della lotta al terrorismo internazionale, dei conflitti interni, delle riforme del Presidente Erdogan, della recente sospensione dell’immunità parlamentare e della CEDU, degli arresti di massa e della possibile reintroduzione della pena di morte.

Ho ribadito al Ministro la rilevanza che riveste la Turchia in chiave geopolitica e l’importanza che continui ad essere parte in maniera propositiva del Consiglio d’Europa, sottolineando però la necessità che essa rispetti le norme internazionali, i principi democratici, i diritti umani e lo stato di diritto.
E’ indispensabile che il Paese collabori con gli organismi del Consiglio d’Europa, tra cui la Commissione di Venezia e rispetti gli impegni presi in materia di salvaguardia dei diritti delle persone, di prevenzione della tortura, di abolizione della pena di morte, di tutela delle minoranze e dello stato di diritto, di contrasto al terrorismo internazionale e di lotta contro la violenza sulle donne.

Abbiamo infine concordato sull’opportunità di organizzare un summit dei Capi di Stato e di Governo dei 47 Paesi per affrontare anche le problematiche sopradescritte, favorendo il dialogo e in un’ottica di rispetto e ascolto delle diverse istanze.
Il Consiglio d’Europa, vista la sua composizione e le sue specifiche funzioni, deve giocare un ruolo più significativo nella promozione della democrazia e nella soluzione dei molteplici conflitti territoriali.

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