Una riflessione sul congresso del PD del Trentino

Una riflessione sul congresso del PD del Trentino

 

Quando un partito va a congresso – come fa il PD del Trentino – è importante che possa far capire all’esterno quale vuole essere la sua proposta politica. La proposta che sta alla base della candidatura di Italo Gilmozzi – che io sostengo con convinzione – è semplice: “ricostruire una forte unità del PD per riformare il Trentino”. Anche le migliori idee e le migliori proposte politiche servono a poco se sono affidate a un partito diviso, che contraddice se stesso e che si logora in eterne discussioni interne.

La discussione è il sale della democrazia anche dentro i partiti, tanto più in un partito plurale quale è e vuole essere il PD, ma a un certo punto bisogna arrivare alla sintesi politica. E questa negli ultimi tempi è mancata.

Per questo è molto significativo che si siano oggi raccolte a sostegno di questa candidatura tante persone di diverso orientamento che si impegnano a seguire un metodo diverso da quello del passato: il metodo della condivisione che fa seguire a una intensa discussione il sostegno leale a chi ha il compito nel partito e nelle amministrazioni di rappresentarne le istanze. Questa condivisione ha però bisogno di basarsi su una piattaforma politica coerente. Appunto “per riformare il Trentino”.

In questa prospettiva è importante che al primo posto vi sia l’impegno a favore della riforma costituzionale che, nell’autunno 2016, sarà sottoposta a referendum. Una riforma che dopo molti anni supera un’anomalia tutta italiana. Siamo l’unico Paese in Europa in cui la fiducia al Governo è votata dalla Camera e dal Senato con gli effetti che ben conosciamo di instabilità e confusione. Che senso ha bocciare la riforma che supera questa anomalia? La riforma contiene anche una parte che riguarda direttamente il Trentino. In un quadro difficilissimo per le autonomie locali e per le Regioni ordinarie, la nostra autonomia speciale vede riconfermate le sue ragioni nella Costituzione. Non solo. Nella riforma è previsto anche il meccanismo dell’”intesa” tra Stato e Provincia Autonoma per la modifica dello Statuto. Un riconoscimento molto significativo della “soggettività” della nostra autonomia. Infine: la rappresentanza dei nostri territori cresce proporzionalmente nel nuovo Senato delle autonomie. Risultati assolutamente significativi in un orizzonte non certo favorevole.

Con l’approvazione della riforma, il cammino a favore dell’autonomia speciale non sarà finito. Il PD del Trentino dovrà impegnarsi a sostegno del processo di completamento e di costituzionalizzazione dell’autonomia attraverso una legge costituzionale che disciplini nel dettaglio l’intesa e il meccanismo delle norme di attuazione nel quadro di una riaffermazione della cornice regionale. E dovrà lavorare per un più forte ancoraggio del quadro autonomistico regionale al diritto europeo tramite un rafforzamento dell’Euregio Tirolo e del GECT nel più ampio quadro della Euregio Alpina all’interno della quale il Trentino-Alto Adige Südtirol deve svolgere un ruolo propulsivo e di iniziativa forte per la tutela di tutte le minoranze e di tutte le zone di montagna.

In questa prospettiva euroregionale bisognerà riaffermare la centralità del corridoio del Brennero quale via di comunicazione tra mondo italiano e mondo tedesco e il ruolo di “ponte” della nostra Regione e delle nostre Province con un forte protagonismo nella governance delle vie di comunicazione dalla ferrovia all’autostrada (impegno nel completamento del tunnel e delle tratte di accesso con protagonismo nella definizione dei tracciati, attenzione all’ambiente, misure compensative e investimenti nei trasporti locali; mantenimento della concessione A22 in capo a società pubbliche del territorio). E un impegno per il mantenimento del carattere “aperto” della frontiera del Brennero quale frontiera di pace, dialogo, solidarietà.

E dentro questa prospettiva dovrà esserci un impegno per definire, assieme alla nostra coalizione, politiche più incisive per innalzare la qualità della nostra vita civile, del nostro sistema produttivo e dei servizi (dalla scuola alla sanità all’assistenza) nell’ottica di un potenziamento dei diritti delle persone, di una più larga solidarietà con i più deboli e di un più deciso supporto alle migliori energie della società.

Su questo metodo della condivisione e su questa piattaforma politica di riforme sarà possibile offrire alla società trentina uno spazio aperto di partecipazione. A partire dal 29 maggio.

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