Sulla situazione interna del Consiglio d’Europa

Oggi, sono intervenuto in Aula a Strasburgo, in occasione della discussione sulle modalità di azione del neo istituito organismo esterno di investigazione. Di seguito, il testo del mio intervento.

 

Grazie, Presidente.

Ringrazio il Collega Tiny COX per il rapporto che ci ha presentato e per i temi che ha trattato nella sua introduzione. Anche da parte del mio gruppo vogliamo apprezzare molto quanto è stato deciso e quanto verrà deciso con l’approvazione di questo rapporto sull’External Investigation Body legato alle accuse di corruzione.

La corruzione è qualche cosa che mina la nostra vita parlamentare nei suoi fondamenti. La libertà di espressione dei parlamentari, l’uguaglianza, lo stesso valore delle parole che viene messo in discussione e quindi la corruzione, incide sui rapporti di fiducia che esistono tra le persone. Per questo è un atto doveroso quello che noi compiamo oggi ed è doveroso da parte di tutti i membri di questa Assemblea fornire il sostegno più forte al lavoro dell’External Investigation Body che non è, appunto, dotato di poteri investigativi come la polizia o la magistratura, ma che deriva la sua forza dalla nostra decisione e dalla nostra collaborazione.

È un atto molto importante il nostro: la lotta alla corruzione è uno degli impegni più forti del Consiglio d’Europa e la nostra Assemblea deve essere al di sopra di ogni sospetto. Vogliamo lanciare una grande sfida alla società civile europea: fare della lotta alla corruzione un programma nelle scuole di tutti i nostri paesi. E quindi sarebbe davvero proprio credibile se la nostra Assemblea non fosse al di sopra di ogni sospetto.

Il Collega Tiny COX ha sollevato giustamente la situazione difficile in cui noi ci siamo trovati a seguito di questo conflitto tra la decisione del Presidente AGRAMUNDT di non rassegnare le sue dimissioni nonostante l’espressione del voto di sfiducia da parte del Bureau. Io penso che noi dobbiamo tenere presente che questa Assemblea ha il diritto di poter parlare pubblicamente, il diritto di poter esprimere la propria posizione. E se noi abbiamo un Presidente che, come è stato deciso dal Bureau, non può prendere posizione ufficiale all’esterno, questo significa che noi condanniamo al silenzio la nostra Assemblea. Di fronte alla violazione dei diritti umani, invece, la nostra Assemblea deve poter parlare, deve poter avere uno speaker che parli pubblicamente.

Per questo, come ha detto il nostro collega COX, mi auguro che questa situazione si risolva al più presto.

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